Durante il quinto sorvolo di Mercurio, avvenuto il primo dicembre 2024, la missione BepiColombo, frutto della collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Europea e l’Agenzia Spaziale Giapponese , ha compiuto un’importante tappa scientifica. Per la prima volta nella storia, gli scienziati hanno osservato il pianeta più piccolo e meno esplorato del nostro Sistema Solare attraverso la lunghezza d’onda del medio infrarosso. Questo storico sorvolo, che ha portato la sonda a 37.628 km dalla superficie di Mercurio, non si è limitato a scattare foto, ma ha anche permesso di misurare particelle e campi elettromagnetici, offrendo nuove informazioni sul misterioso mondo di Mercurio.
La missione BepiColombo ha introdotto un nuovo strumento d’avanguardia: il MERTIS, acronimo di Mercury Radiometer and Thermal Imaging Spectrometer. Questa tecnologia, che può sembrare un po’ complessa, è in realtà un radiometro e spettrometro termico progettato in Germania. MERTIS ha una capacità straordinaria di rivelare variazioni di temperatura e composizione sulla superficie craterizzata di Mercurio. Grazie alle sue osservazioni nella banda del medio infrarosso, gli scienziati possono ottenere informazioni pratiche che prima erano impossibili da ottenere.
Ad esempio, MERTIS lavora analizzando la luce infrarossa emessa dalla superficie di Mercurio e la sua sensibilità si estende in un intervallo di lunghezze d’onda che va da 7 a 14 micrometri. Queste lunghezze d’onda sono famose per la loro capacità di distinguere i minerali che compongono la superficie del pianeta. I primi risultati dell’analisi hanno già mostrato differenze di temperatura e caratteristiche geologiche che aiutano a delineare il quadro sulla composizione del suolo mercuriale.
I misteri della superficie di Mercurio
Uno dei grandi interrogativi che sorge quando si parla di Mercurio è legato alla sua superficie e alla sua apparente oscurità. MERTIS, insieme ad altri strumenti a bordo della sonda, sta cercando di rispondere a questa domanda. Nonostante la prossimità al Sole, Mercurio non riflette bene la luce, mostrando una superficie che solo in parte assomiglia a quella della Luna. Si stima, infatti, che Mercurio rifletta solo due terzi della luce lunare, lasciando agli scienziati il compito di scoprire perché.
I dati raccolti da precedenti missioni, come quella della NASA con il programma Messenger, hanno già fornito indizi su come sia composta la superficie mercuriale. Si è scoperto che il pianeta ha una quantità relativamente bassa di ferro, anche se ha un nucleo in metallo di dimensioni insolitamente grandi. Tuttavia, ciò che colpisce è la presenza di elementi chimici che evaporano facilmente, in concentrazioni elevate. Questi fattori complicano ulteriormente le teorie sui processi geologici e sulla storia evolutiva di Mercurio.
Nuove immagini: Mercurio sotto una nuova luce
L’osservazione fornita da MERTIS ha portato a risultati mozzafiato. La prima immagine del pianeta mostrata da questo strumento ha dato la possibilità agli scienziati di visualizzare come diversi tratti della superficie brillino sotto l’infrarosso medio. Con una risoluzione impressionante di circa 26-30 km, sono stati mappati dettagli che riguardano non solo il bacino Caloris, ma anche ampie pianure vulcaniche nell’emisfero settentrionale.
Le mappe prodotte mostrano chiaramente quanta radiazione viene emessa dalla superficie a diverse lunghezze d’onda. Ad esempio, la radiazione a 8.45 micrometri indica molto su quali minerali sono presenti, variando a seconda della temperatura e della rugosità del terreno. È interessante notare le lacune nella mappa, che sono attribuite a cicli di calibrazione dello strumento, offrendo anche uno scorcio del potenziale informativo che MERTIS potrà riportare in futuro.
Preparativi per l’orbita: un futuro promettente
Guardando al futuro, ci sono già ampi preparativi in corso per assicurare il successo della missione BepiColombo. L’arrivo dell’orbiter attorno a Mercurio è previsto per il 2026, e nel frattempo il team MERTIS sta continuando a testare diversi materiali e minerali in laboratorio. Questo è fondamentale per interpretare con precisione le misurazioni sulla superficie mercuriale, infatti è cruciale sapere come brillano i vari minerali in funzione della luce infrarossa e della temperatura.
Durante questo periodo, Mercurio potrà raggiungere temperature estreme, addirittura 420 °C. Ecco perché la preparazione è così meticolosa: un’attenta analisi della luminosità dei minerali, naturali e sintetici, svolgerà un ruolo chiave nella definizione di quale sia la composizione della superficie di Mercurio. Al termine di questo viaggio scientifico, MERTIS sarà in grado di offrire una mappa globale approfondita dei minerali che ricoprono il pianeta, con storie affascinanti da raccontare.
L’esplorazione di Mercurio è solo all’inizio, e c’è molto da scoprire su questo mondo affascinante.