Oltre il 75% delle terre emerse diventano sempre più aride: scopri perché!

I fenomeni legati al cambiamento climatico continuano a plasmare il nostro pianeta in modi allarmanti. Nuove statistiche rivelano che negli ultimi trent’anni più di tre quarti delle terre emerse hanno subito un processo di aridificazione, influenzando direttamente la vita di circa 2,3 miliardi di persone. Un recente rapporto divulgato dalla Convenzione delle Nazioni Unite per la Lotta alla Desertificazione evidenzia questa drammatica evoluzione durante un evento tenutosi a Riad. Le proiezioni sono inquietanti e, se non verranno adottate misure significative, il numero di individui che vivranno in aree aride potrebbe persino raddoppiare entro la fine del secolo.

Negli ultimi decenni, i cambiamenti climatici hanno trasformato ben il 77,6% delle terre emerse in regioni permanentemente più secche. Questo è accaduto nonostante gli eventi estremi legati all’acqua, come inondazioni e tempeste di varie intensità, abbiano colpito diverse località in tutto il mondo. I dati parlano chiaro: si tratta di un’estensione di circa 4,3 milioni di chilometri quadrati che equivalgono a quasi la metà dell’Europa. Sottolineato in questo passaggio, i territori che un tempo erano definiti ‘umidi’ si sono tramutati in zone aride. Questo cambiamento non è occasionale e ha ripercussioni gravi su agricoltura, sicurezza alimentare ed ecosistemi.

La trasformazione non colpisce solo la terra, ma anche le persone che ne dipendono per la propria sussistenza. Con la diminuzione delle risorse idriche e la crescente difficoltà di coltivazione, l’insicurezza alimentare si fa sempre più palpabile. La nuova classificazione delle terre e i cambiamenti operati negli ecosistemi potrebbero tradursi in una crisi economica e sociale di ampia portata.

La voce della scienza: un imperativo per il futuro

Ibrahim Thiaw, il Segretario esecutivo dell’Unccd, ha espresso chiaramente la gravità della situazione: “Per la prima volta, la crisi dell’aridità è stata documentata con chiarezza scientifica.” Queste affermazioni pongono l’accento su una minaccia reale e tangibile che non è più solo un futuro lontano, ma una realtà quotidiana. Le terre più colpite dalla siccità includono quasi l’intera Europa, con una percentuale sorprendente del 95,9% del suo territorio. Gli Stati Uniti occidentali e particolari aree del Brasile, dell’Asia e dell’Africa centrale sono anche in prima linea rispetto a questa trasformazione climatica.

In un futuro non troppo lontano, si prevede che fino a 5 miliardi di persone possano trovarsi ad affrontare questi cambiamenti, se non si prendono urgentemente misure preventive e correttive. Barron Orr, un rinomato responsabile scientifico dell’Unccd, ha avvertito che “le conseguenze dell’inazione diventano sempre più gravi” e pertanto l’adattamento non è più un’opzione, ma una necessità imprescindibile per la sopravvivenza.

L’importanza di agire subito

Mentre la comunità internazionale si muove verso l’adozione di politiche climatiche più sostenibili, è chiaro che il tempo è un fattore cruciale. Gli effetti della aridità toccheranno le vite di miliardi di persone e l’urgente necessità di modifiche nei comportamenti quotidiani emerge come una priorità assoluta. La consapevolezza è un primo passo fondamentale, ma resta da vedere quanto velocemente il mondo saprà adattarsi ed affrontare queste sfide.

C’è una crescente comprensione che la sola risposta a questi problemi non può venire solo dai governi, ma anche dalle comunità e dalle persone singole. Il cambiamento delle abitudini quotidiane e l’adozione di pratiche più sostenibili possono rivelarsi cruciali per contrastare questa crisi in corso. La posta in gioco è alta, e il futuro della nostra Terra dipende da quanto prontamente e efficacemente decidiamo di agire.