Il tema delle scie chimiche affiora regolarmente nelle conversazioni future, in particolare dopo eventi meteorologici estremi, lasciando spesso spazio a dubbi e speculazioni. In realtà, il fenomeno delle scie di condensazione ha un fondamento scientifico ben definito, legato all’aerodinamica e agli effetti dei motori aeronautici. Questo articolo si propone di esaminare da vicino cosa sono le scie di condensazione, come si formano e quali sono i fattori che influenzano la loro persistenza. Con il cambiamento climatico e l’aumento dei voli nel cielo, è essenziale fare chiarezza su queste tematiche.
Le scie di condensazione possono essere descritte come nuvole che si formano alle spalle di un aereo in volo. Questo fenomeno avviene quando specifiche condizioni atmosferiche vengono soddisfatte. Si tratta di una situazione che esiste da lungo tempo, fin dai primi voli. Le scie sono generate principalmente dai motori degli aerei, ma sono anche influenzate dalla forma delle ali e dell’aerodinamica. Un piccolo dettaglio curioso da tenere a mente è che, pur riferendosi comunemente alle “ali”, in realtà gli aerei hanno un’ala principale, ossia quella destra e sinistra sono rispettivamente chiamate semiali, mentre i biplani e triplani hanno più ali.
In generale, le scie di condensazione si formano quando umidità e temperatura dell’aria presentano condizioni ottimali. Quando un aereo passa, i suoi motori raffreddano rapidamente l’aria, creando un punto di rugiada. Questo porta alla condensazione del vapore acqueo, il quale a sua volta si trasforma in piccole goccioline d’acqua. È così che possiamo osservare queste nuvole che seguono il velivolo. Benché appaiano misteriose per alcuni, la realtà scientifica è piuttosto chiara e ben documentata.
Le scie di condensazione si dividono in due categorie principali: scie di origine aerodinamica e scie da gas di scarico. È interessante notare che ci sono anche scie convettive, che però si possono considerare come una sottocategoria delle prime due. La differenza risiede nella temperatura e nel modo in cui si formano. Le scie aerodinamiche, ad esempio, nascono da fenomeni come il passaggio dell’aereo attraverso l’aria, creando vortici che possono generare condensazione. Questi vortici, conosciuti come vortici d’estremità d’ala, possono dar luogo a scie particolarmente visibili.
D’altra parte, le scie da gas di scarico sono il risultato del rapido raffreddamento dei gas emessi dai motori degli aerei. Quando questi gas, già ricchi di umidità, entrano in contatto con l’atmosfera più fredda, si condensano formando nuvole visibili. Le condizioni favorevoli per la formazione di queste scie sono specifiche: umidità relativa alta e temperature fresche. In quota, generalmente sopra gli 8000 metri, queste scie possono persistere più a lungo, a differenza di quelle che possono svanire in pochi attimi.
La durata di una scia di condensazione varia sensibilmente. Le scie da gas di scarico possono persistere nell’atmosfera per diverse ore, mentre quelle di origine aerodinamica scompaiono più velocemente. Questo avviene perché le scie di origine aerodinamica non hanno nuclei di condensazione sufficienti che possano stabilizzare la formazione di nuvole. Le scie da gas di scarico, grazie alla presenza di vapore acqueo e piccole particelle, possono rimanere in aria per un periodo prolungato.
In molti casi, quando queste scie scompaiono, è possibile che i venti in quota e la temperatura dell’aria contribuiscano a diradare la nuvola creata. È interessante notare che, nonostante la loro apparente densità, le scie di condensazione non riescono mai a produrre precipitazioni significative come la pioggia. Quindi, anche se possono sembrare spettacolari e abbondanti, non c’è da preoccuparsi dal punto di vista meteorologico.
Negli ultimi anni, il volume di voli aerei è drasticamente aumentato, passando da poche migliaia a oltre 140 mila al giorno. Questa crescita ha diverse cause, tra cui la domanda di trasporto aereo, che è cresciuta grazie alla globalizzazione e ai costi sempre più contenuti delle compagnie aeree, in particolare le low cost. Questo incremento ha inevitabilmente portato a una maggiore presenza di aerei in volo e, dunque, più scie visibili nel cielo.
La riduzione dei costi operativi, unita a una migliore efficienza dei motori, ha anche contribuito a questa situazione. Oggi i turbofan moderni, contrariamente ai modelli di un tempo, hanno un elevato rapporto di diluizione, incrementando così la probabilità di generare scie di condensazione. Pertanto, non è solo un’illusione; quello che percepiamo è una realtà quantitativa frutto di un aumento significativo del traffico aereo.
Il controllo del clima, per quanto possa sembrare un argomento affascinante, è ben lontano dall’essere una realtà a nostra disposizione. Sebbene esistano tecniche di geoingegneria solare e metodi come il cloud seeding, la modifica delle condizioni meteorologiche rimane un ambito di ricerca. Il cloud seeding è una pratica piuttosto limitata e serve a stimolare la precipitazione in nuvole già esistenti, utilizzando sostanze specifiche come ioduro d’argento.
Questa tecnica, utilizzata in passato per cercare di influenzare il meteo, si basa sull’arricchimento di nuclei di condensazione nei cumuli temporaleschi. Tuttavia, questa operazione non è sempre efficace e le norme oggi vigenti limitano notevolmente l’impiego di tali metodologie. Si tratta essenzialmente di un settore in fase di studio, dunque molto lontano dall’essere impiegato su larga scala. I trattati internazionali, come la Convenzione ENMOD, regolano le operazioni e ne limitano l’uso, impedendo qualsiasi tentativo di manipolazione clandestina.
Quindi, mentre alcuni sostengono di vedere collegamenti tra l’aumento delle scie e le modifiche climatiche, è fondamentale analizzare attentamente i fatti e la scienza. Le condizioni atmosferiche quotidiane sono influenzate da mille fattori e le scie di condensazione sono solo uno degli effetti tra i tanti generati dall’aviazione moderna.
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