Nel novembre del 1974, gli scienziati con un grande spirito di esplorazione trasmisero un saluto dallo spazio, utilizzando uno dei più potenti radiotelescopi del mondo, quello dell’Osservatorio di Arecibo, a Porto Rico. Questo esperimento audace rappresentava non solo una straordinaria opportunità per comunicare con potenziali forme di vita extraterrestri, ma anche un modo per dimostrare le capacità della tecnologia dell’epoca. Il messaggio, concepito, progettato e inviato, sta ancora oggi viaggiando verso l’ammasso stellare Messier 13, e ci vorranno migliaia di anni prima che qualcuno riesca, potrebbe, a riceverlo. Che cosa ha spinto i ricercatori a lanciarsi in questa impresa?
Il 16 novembre del 1974, un gruppo di astronomi, tra cui i noti Frank Drake e Carl Sagan, decise di inviare un messaggio a una distanza di circa 25.000 anni luce. Ma cosa contiene esattamente il messaggio di Arecibo? Presentato in forma di numeri binari, questo codice era composto da una sequenza di uno e zero, rappresentanti quadrati bianchi e neri che, se assemblati, formano un’immagine ben precisa. I numeri e le formule scientifiche aprono la comunicazione, seguiti da immagini iconiche: una rappresentazione a doppia elica del DNA, una figura umana, la mappa del nostro sistema solare e infine il radiotelescopio stesso. I creatori del messaggio volevano fare una sorta di “biglietto da visita” per l’umanità, un dispositivo che potesse riassumere chi siamo e da dove veniamo.
Nel numero di dicembre 1975 di Scientific American, Drake e Sagan discutevano proprio delle implicazioni del loro lavoro. L’invio di questo messaggio non era solo una questione di curiosità, ma rappresentava una prova tangibile della possibilità di comunicare attraverso le vastità dell’universo. Con il telescopio Arecibo, la comunità scientifica stava per entrare in una nuova era, dove si sarebbe cominciato a discutere seriamente sulla presenza di vita al di fuori della Terra. Qualcuno, dall’altra parte della galassia, potrebbe chissà, ascoltare e capire.
Le ripercussioni fino ai giorni nostri
Il Messaggio di Arecibo non è solo un capitolo della storia della scienza; è un simbolo che ha acceso l’immaginazione di generazioni di scienziati e appassionati, ponendo domande fondamentali riguardo al nostro posto nell’universo. La curiosità di Drake e Sagan segna, infatti, un momento cruciale nella storia dell’astronomia: le scoperte su esopianeti, quelle entità planetarie oltre il nostro sistema solare, sono aumentate di numero nel corso degli anni. Elettricità e innovazione, in un certo senso, si mescolano alla ricerca scientifica.
Negli ultimi decenni, la ricerca di intelligenza extraterrestre è diventata un progetto attivo, e oggi, l’Istituto SETI si trova in prima linea nella ricerca di segnali radio provenienti da mondi lontani. Nonostante le strade verso il futuro siano ancora dove l’ignoto regna, gli astronomi esplorano instancabilmente l’universo e i telescopi, inclusi quelli a radiofrequenza, sono utilizzati per setacciare il cielo in cerca di prove. Ogni nuova scoperta di pianeti, ogni nuovo segnale captato, getta nuova luce su una questione mai sopita: siamo soli nell’universo, oppure là fuori, in mezzo alle stelle, ci sono altre forme di vita che aspettano un saluto?
L’impatto del messaggio di Arecibo risuona a distanza di anni, invitandoci a riflettere sull’importanza di guardare verso il cielo e di continuare a porre domande. La curiosità umana non conosce confini e, mentre il messaggio viaggia ancora, la storia della nostra ricerca di vita oltre il nostro pianeta continua ad evolversi e a sorprenderti!