Italia: il Paese Ue con minor rischio di contenuti illegali online

La pirateria digitale in Europa nel 2023 mostra accessi mensili medi a contenuti piratati di dieci per utente, con un aumento del 10% nei siti di streaming illegali e fattori socioeconomici influenti.

La pirateria digitale rimane un argomento caldo e controverso, specialmente in Europa. Con l’anno 2023 che si sta facendo strada, le statistiche mostrano che la situazione non ha subito un aumento rispetto agli anni precedenti, ma la questione delle violazioni del diritto d’autore è estremamente complessa. L’ultimo report dell’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale, o EUIPO, offre una panoramica affascinante delle abitudini di navigazione degli utenti e delle loro preferenze quando si tratta di contenuti piratati.

Sebbene la pirateria digitale resti alta nei Paesi dell’Unione Europea, nel 2023 i dati indicano che il numero medio di accessi mensili a contenuti piratati è di dieci per ogni utente di internet tra i 15 e 74 anni. In particolare, l’Italia si distingue con il punteggio più basso, registrando una media di soli 7,3 accessi, seguita dalla Germania a 7,7 e dalla Romania con 7,9. Gli accessi illegali sono principalmente concentrati su contenuti televisivi, che rappresentano una fetta considerevole della pirateria, con una media di cinque accessi mensili per utente. Questo scenario dipinge un quadro chiaro, dove la pirateria è prevalentemente legata a programmi di televisione e streaming.

Se pensiamo a quella che sta diventando una vera e propria dipendenza dai contenuti digitali, la crescente importanza dei siti di streaming illegale diventa evidente. Infatti, nel 2023, si è registrato un incremento del 10% nelle visite a questi portali, sottolineando l’adozione sempre più diffusa di servizi IPTV illegali. Questo non è solo un trend, ma una tendenza che richiede attenzione e analisi approfondita da parte dei regolatori e dei creatori di contenuti.

Fattori dietro il comportamento pirata

Con questo intero panorama di dati, è interessante capire cosa spinge gli utenti a cercare contenuti piratati invece di ripiegare su offerte legali. La questione non è solo una questione di bilancio; si alletta anche alla mancanza di accesso a contenuti legali a prezzi abbordabili. La diseguaglianza di reddito e la disoccupazione giovanile sono spesso collegate a questo comportamento.

Un dato interessante emerso dallo studio è che la presenza di una popolazione giovane e con redditi bassi aumenta i tassi di pirateria. Al contrario, una maggiore consapevolezza sulle opzioni legali disponibili e un PIL pro capite più elevato tendono a ridurre i numeri di accesso a contenuti piratati. Un elemento cruciale rimane l’educazione e la sensibilizzazione: gli utenti devono essere consapevoli delle conseguenze legali e morali legate alla pirateria.

Modalità di accesso ai contenuti piratati

Quando si parla di pirateria digitale, i metodi di accesso ai contenuti variano a seconda che ci si riferisca a film, musica o pubblicazioni. Secondo le cifre disponibili, lo streaming è il modo più comune utilizzato per accedere a contenuti illegali. In particolare, i servizi IPTV illegali hanno visto un aumento dell’1% di abbonati in soli due anni, un fatto che evidenzia l’attrattiva di queste piattaforme. Inoltre, l’utilizzo di dispositivi mobili è particolarmente popolare per la musica e le pubblicazioni, mentre per i contenuti televisivi si preferisce usare computer desktop, un aspetto che può sembrare curioso ma riflette le preferenze degli utenti.

Anche se il download di contenuti sembra essere il metodo principale per accedere a contenuti piratati, il panorama è in continua evoluzione. Le tendenze attuali mostrano una diminuzione negli accessi di film piratati, a 0,71 accessi mensili, mentre la pirateria musicale è aumentata leggermente a 0,64. Questo suggerisce che le preferenze degli utenti si stanno adeguando e che il comportamento pirata può essere influenzato direttamente da ciò che l’industria offre e da cosa viene percepito come conveniente.

Il futuro della pirateria digitale

Nel complesso, è evidente che la pirateria digitale è un fenomeno complesso, che si interseca con un gran numero di fattori socioeconomici e culturali. Con il continuo cambiamento del panorama digitale e delle abitudini di consumo, è difficile fare previsioni definitive. Tuttavia, è chiaro che senza un miglioramento nell’accesso a contenuti legali e a prezzi competitivi, la tendenza alla pirateria potrebbe persistere e, in alcuni casi, aggravarsi.

È una questione di schierare forze contro questa realtà, cercando di far comprendere a tutti, soprattutto ai più giovani, che ci sono conseguenze reali legate all’utilizzo di contenuti pirati, e che esistono mezzi legali altrettanto validi e, anzi, più sostenibili nel lungo periodo. Suggerire azioni concrete e incentivare l’adozione di soluzioni legali è un passo fondamentale in questo percorso, ma richiede sforzi coordinati da vari settori della società.