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Come l’intelligenza artificiale genera nuove frontiere nella cybersicurezza

L’intelligenza artificiale sta rapidamente trasformando il panorama della cybersicurezza, rendendo le difese più robuste ma anche le minacce ancor più insidiose. Da sistemi predittivi a intelligenze generative, il modo in cui proteggiamo i nostri dati e le nostre infrastrutture sta subendo un cambio radicale. Scopri come queste tecnologie stanno ridefinendo le regole del gioco in un contesto dove la sicurezza digitale è più importante che mai.

Negli ultimi anni l’intelligenza artificiale predittiva è diventata uno strumento fondamentale nella cybersicurezza. Infatti, dopo il 2012, con l’emergere del deep learning, l’industria IT ha iniziato a sfruttare le potenzialità di questi sistemi. Grazie alla loro capacità di analizzare enormi volumi di dati, questi algoritmi riescono a riconoscere schemi invisibili agli occhi umani. Questo significa che possono capire come gli utenti interagiscono con i loro computer. Non solo possono diagnosticare comportamenti anomali, ma possono anche intervenire automaticamente e in tempo reale per neutralizzare gli attacchi prima ancora che essi possano arrecare danni.

Questa essenza di “difesa proattiva” rappresenta un baluardo vitale contro i crescenti attacchi hacker. Ad esempio, sono stati calcolati danni economici che nel 2023 sono arrivati a toccare quota 8mila miliardi di dollari in tutto il mondo. Le proiezioni mostrano che questa cifra potrebbe salire a ben 23mila miliardi entro il 2027. Questi dati sottolineano quanto sia cruciale adottare misure preventive. Le aziende vulnerabili ai ransomware, quei virus malefici che bloccano l’accesso ai documenti richiedendo un riscatto, possono affrontare perdite che variano da centinaia di migliaia a milioni di euro.

Intelligenza artificiale generativa: un’arma a doppio taglio

Ora, arricchendo il quadro c’è l’emergere dell’intelligenza artificiale generativa. Questa nuova ondata di tecnologia non si limita a scrivere codice o a rilevare attacchi, bensì è in grado di identificare vulnerabilità nei sistemi. Secondo Nadir Izrael, CTO di Armis, questi sistemi possono compiere autonomamente attacchi su vasta scala esplorando varie tecniche fino a trovare il modo più efficace per infiltrarsi. Così, dopo aver ottenuto accesso a una casella email aziendale, possono analizzare la corrispondenza e suggerire potenziali obiettivi vulnerabili, facilitando enormemente la pianificazione di attacchi.

Questo non è solo un passo verso attacchi informatici più sofisticati, ma anche un modo per ampliare le capacità di colpire anche da parte di attori che in passato non avrebbero potuto. Strumenti come FraudGPT e WormGPT, simili a ChatGPT, permettono ai cybercriminali di scrivere malware in maniera più semplice ed efficace. Inoltre, la phishing è diventata un gioco da ragazzi per chi utilizza questi strumenti. Immaginate di ricevere una email sembrante legittima che vi chiede di fornire la password di accesso: è un rischio sempre più presente.

L’Italia è pronta ad affrontare le nuove minacce?

In questo scenario complesso, l’Italia si trova a dover rispondere a una domanda cruciale: il nostro paese è realmente pronto ad affrontare queste sfide a livello aziendale e istituzionale? Secondo Nicola Altavilla di Armis, l’Italia ha visto un incremento notevole di attacchi, in particolare contro infrastrutture critiche come gli ospedali. Questi non solo devono affrontare il pericolo di ransomware, ma anche il furto delle informazioni sensibili dei pazienti. La vulnerabilità di questi sistemi è drastica, considerando che un singolo record sanitario può valere fino a 200 dollari sul dark web.

La consapevolezza della necessità di proteggere queste realtà è ancora bassa. Gli investimenti in cybersicurezza sono aumentati, ma storicamente, l’Italia ha speso meno rispetto ad altri paesi. Senza una strategia chiara per elevare la sicurezza informatica, i rischi possono solo aumentare, esponendo a danni incalcolabili aziende e cittadini. In questo contesto, l’adozione di AI generativa potrebbe anche rivoluzionare la protezione digitale, rendendo le difese più intelligenti e reattive.

L’AI come strumento di difesa e nuove prospettive di automazione

Assolutamente, anche se l’intelligenza artificiale generativa si presta a nuovi attacchi, può essere utilizzata anche per migliorare la difesa. Per esempio, molti strumenti di riscontro email avvertono gli utenti se stanno per inviare messaggi a indirizzi insoliti. Una funzione fondamentale per prevenire errori potenzialmente disastrosi. I sistemi di intelligenza artificiale oggi possono agire come un co-pilota nelle interazioni digitali, avvisando gli utenti di potenziali rischi e contribuendo a garantire un livello di sicurezza maggiore.

La questione dell’automazione è centrale: mentre il numero degli attacchi cresce ed evolve, il tempo a disposizione per le risposta è sempre più limitato. Non è quindi sufficiente avere una squadra di esperti; l’attrezzatura tecnologica deve colmare anche il gap temporale. La possibilità di delegare certe decisioni a sistemi automatizzati diventa cruciale per la sicurezza degli aspetti digitali.

Futuro da una lotta tra intelligenze

Il panorama della cybersicurezza si delinea quindi come un campo di battaglia tra intelligenze artificiali, dove il fattore umano sembra venir relegato in secondo piano. Eppure, il controllo umano rimane essenziale. La dinamica tra attaccanti e difensori è complessa. Da una parte, si sviluppano intelligenze artificiali capaci di eseguire attacchi in autonomia; dall’altra, sistemi di AI pensati per supportare le difese umane. È solo destinato a diventare peggio? Solo in parte.

Il settore cybersecurity è più motivato di tanti altri a sfruttare l’IA come strumento. I malintenzionati cercano di sfruttare la tecnologia non appena emerge un vantaggio, mentre deve esserci una reattività molto più veloce rispetto a quel che la tecnologia riesce a garantire. Si tratta di un gioco strategico in continua evoluzione, dove il divario deve essere colmato al più presto. E, nonostante tutte le sfide, l’industria ha la possibilità e la necessità di trovare soluzioni innovative per proteggere il futuro digitale.

Marco Maggioni

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