Recentemente, è stato annunciato che l’agenzia spaziale americana ha avviato una serie di test per sviluppare i prototipi di droni sottomarini chiamati “Swim”. Questi innovativi sottomarini-robot potrebbero un giorno essere inviati nell’oscurità degli oceani che si trovano sotto le spesse croste di ghiaccio di alcune lune del nostro Sistema Solare, come Europa, una delle lune di Giove. Se sei curioso di sapere come funzionano e quali sono le prospettive future di questa missione, continua a leggere!
A Pasadena, dentro una piscina del Caltech, un gruppo di ricercatori del Jet Propulsion Laboratory della NASA, guidato da Ethan Schaler, ha messo alla prova un’ideazione alquanto affascinante. Stiamo parlando del progetto Swim, acronimo di “Sensing With Independent Micro-swimmers”. Questo progetto ambizioso ha come obiettivo lo sviluppo di uno sciame di micro-droni, piccoli robot nuotatori in grado di muoversi in acqua in modo autonomo. Gli scienziati si sono concentrati sulla ricerca di segnali chimici e variazioni di temperatura che potrebbero rivelare la presenza di vita.
L’idea di questi piccoli droni sottomarini è di operare in gruppi coordinati per massimizzare l’efficacia delle indagini. La tecnologia avanza rapidamente: ogni robot nuotatore è progettato per esplorare e raccogliere dati da aree difficili da raggiungere, cercando di rivelarci segreti celati per millenni nei fondali marini. Si stima infatti che in alcune lune del Sistema Solare ci siano vaste riserve di acqua liquida, come su Europa, dove ci sarebbe addirittura una quantità di acqua doppia rispetto a quella esistente sulla nostra Terra, sotto uno spesso strato di ghiaccio di alcuni chilometri.
Immagina l’idea di programmare un sottomarino robot che riesca a comunicare ed esplorare simultaneamente: sarebbe come un vero e proprio sciame di api in cerca di nuovi fiori da impollinare, solo che i fiori sarebbero segnali vitali! La potenza di questa tecnologia potrebbe, in futuro, avvicinarci ulteriormente alla risposta di una delle domande più grandi dell’umanità: siamo soli nell’universo?
I ricercatori del JPL stanno adottando un approccio metodico, anche se l’idea di inviare una missione spaziale per perforare il ghiaccio è ancora lontana. Ma non lasciarti ingannare: i primi esperimenti sono già in corso e i risultati sembrano promettenti. I droni nuotatori sono stati testati in una piscina. Durante questi test, sono stati condotti esperimenti per osservare il loro comportamento e valutare se riescono a lavorare come previsto, anche in un ambiente complicato, come quello sottomarino.
Nonostante le difficoltà intrinseche nel creare robot sottomarini, come ha spiegato Schaler, la squadra non si ferma. “I robot sottomarini in generale sono molto difficili,” ha detto. “E questo è solo il primo di una lunga serie di progetti su cui dovremmo lavorare per preparare un viaggio in un mondo oceanico.” E non si tratta solo di test pratici. Parallelamente, il team ha realizzato una serie di simulazioni al computer, con l’obiettivo di esplorare i limiti dei robot. Tali simulazioni sono necessarie per prevedere come i droni potrebbero comportarsi in ambienti di alta pressione e temperature gelide come quelle che si registrano su Europa.
La combinazione di test fisici e simulazioni al computer rappresenta un approccio equilibrato nella ricerca scientifica, dove ogni dato conta. Ogni esperimento si trasforma in un mattoncino da aggiungere a questa monumentale costruzione di conoscenza, mentre si cerca di svelare i misteri di luoghi così lontani e affascinanti del nostro sistema planetario.
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