Negli ultimi decenni, gli astronomi hanno fatto incredibili scoperte riguardo alle strutture dei sistemi solari al di fuori del nostro. Sorprendentemente, si è notato un fenomeno curioso: quasi tutti i sistemi solari osservati presentano pianeti che orbitano sullo stesso piano. Questo articolo esplorerà il perché di questa affascinante caratteristica, offrendo uno sguardo sulle dinamiche che governano la formazione dei pianeti e il loro allineamento.
Cinquanta nebulose di polvere e gas formano quel che conosciamo come Sistema Solare, un luogo straordinario dove otto pianeti orbitano attorno a una stella, il Sole. Questa danza perfetta non è casuale; tutti i pianeti, dai più vicini come Mercurio ai più lontani come Nettuno, ruotano attorno al Sole quasi sullo stesso piano. Questo piano è conosciuto come ‘piano invariabile’. I dettagli delle orbite sono stati mappati con grande precisione, rivelando che, con l’eccezione di Mercurio che ha un’inclinazione più marcata, gli altri pianeti mostrano una deviazione massima di soli sette gradi dal piano orbitale medio. Escludendo Mercurio, si scopre che nel complesso vi è un’allineamento sorprendentemente preciso. La deviazione dal piano invariabile è solo di due gradi, un’incredibile precisione che invita a riflessioni più profonde sul comportamento dei sistemi solari.
Per comprendere perché i pianeti siano allineati, è necessario fare un tuffo nei momenti iniziali della formazione del Sistema Solare. Anni prima che i pianeti esistessero, c’era una nube gigante di gas e polvere, una nebulosa molecolare, che, a un certo punto, iniziò a collassare a causa della propria gravità. Questo collasso genera regioni dense, dando vita a nuove stelle. Quando la nebulosa si stava formando, però, non era affatto simmetrica. Le stelle crescevano nelle aree più dense di gas, in cui la gravità era più intensa. Questa asimmetria ha avuto un impatto significativo: le singole stelle, inclusa quella che diventerà il Sole, nacquero da grumi di materia irregolari. Quando questi grumi di materia collassavano, tendevano a farlo in tre dimensioni, creando un disco appiattito di materiale che ruotava. È qui che si assiste all’emergere del disco protoplanetario in cui i pianeti si andranno a formare successivamente.
Procedendo con la dinamica del disco protoplanetario, mentre la materia continua a spiraleggiare verso il centro, esso subisce un ulteriore contrazione. Ma non tutta la materia finisce per addensarsi al centro; una porzione significativa stabilizza le proprie orbite all’interno di questo disco, creando una danza affascinante. La chiave di tutto questo è il momento angolare, una quantità fisica cruciale che descrive quanta roba sta ruotando nel sistema. Man mano che il disco si evolve, il momento angolare viene condiviso uniformemente tra le diverse particelle presenti. Questo porta alla formazione di un disco in cui tutto, sostanzialmente, si muove nella stessa direzione. E così, con il passare del tempo, le piccole instabilità gravitazionali nel disco iniziano a formare pianeti.
La risposta a questa domanda è legata alla natura iniziale della nube da cui si formano. La nube di polvere e gas, all’inizio irregolare, collassa nella direzione più breve; ciò porta a un appiattimento naturale della materia che vi circola. Così, i pianeti si formano da imperfezioni di questo giovane disco di materiale. Finiscono quindi per orbitare sullo stesso piano. Non ci sono quasi mai differenze di inclinazione tra di loro, formando allineamenti di diverse orbite, con variazioni minime tra i gradi di inclinazione. È un fenomeno sorprendente che lega insieme la storia e la nascita di quasi tutti i sistemi solari conosciuti fino ad oggi.
Quante altre sorprese ci riserverà l’universo? La scoperta di nuovi esoplaneti e sistemi solari sta solo cominciando, mentre gli scienziati continuano a esplorare e approfondire la nostra comprensione di questo straordinario fenomeno cosmico.
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