Una delle invenzioni più significative della storia umana, che ha cambiato in modo radicale il nostro modo di viaggiare e lavorare, è la ruota. Spesso, specialmente nei libri di storia, considerata la terza invenzione di importanza capitale nella vita dell’umanità, subito dopo l’agricoltura e il fuoco, la ruota ha avuto un ruolo centrale nel favorire lo sviluppo delle civiltà. Fino ad oggi, la sua apparizione era datata attorno ai 6.000 anni fa, e le origini si collocano tra il Medio Oriente e alcune zone dell’Europa orientale, in particolare nella moderna Romania. Ma una recente scoperta, che ha sorpreso molti ricercatori, mette in discussione questa datazione.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica PLOS One il 13 novembre di quest’anno, le ruote potrebbero essere state inventate ben 6.000 anni prima di quanto si pensasse. Gli autori del lavoro hanno apportato prove indicanti che alcune antiche comunità di sessant’anni fa in quella che oggi è conosciuta come Israele, utilizzavano rudimentali ruote nel loro processo di tessitura. Questa scoperta potrebbe cambiare profondamente le nostre conoscenze storiche e archeologiche sull’uso domestico di questo strano e rivoluzionario strumento.
La ricerca ha focalizzato l’attenzione su specifici strumenti, o fusi, creati per facilitare il filare della lana o del lino da parte di queste antiche popolazioni. I ciottoli utilizzati erano traforati e presentavano una forma simile a ciambelle. Attraverso l’inserimento di semplici bastoncini, si creava quello che oggi potremmo considerare un embrione di ruota, utile a rendere il processo di filatura molto più veloce e meno faticoso. Un’invenzione nata dalla necessità pratiche e quotidiane della tessitura, senza la quale forse non avremmo mai visto il progresso della tecnologia come lo conosciamo oggi.
Il ritrovamento di queste antiche ruote non avviene ovviamente nel nulla. I ricercatori dell’Università Ebraica di Gerusalemme hanno eseguito scavi in un sito archeologico noto come Nahal Ein Gev II, che risale a ben 12.000 anni fa. Questo sito si trova a solo due chilometri dal Mar di Galilea, nel nord di Israele, ed è ritenuto essere un’importante testimonianza delle prime comunità insediate in quella regione prima della diffusione dell’agricoltura.
Le impressionanti scoperte che sono state fatte qui vengono accompagnate da rigorosi metodi di verifica. Gli archeologi hanno tentato di determinare altri possibili utilizzi di queste pietre traforate, valutando l’idea che potessero essere utilizzate per pratiche di pesca o anche come ornamenti e gioielli. Tuttavia, ogni teoria alternata a riguardo ha trovato poco riscontro, portando così a concludere che l’effettivo utilizzo di queste ruote è da ricercarsi proprio nella tessitura.
Insomma, l’importanza della scoperta non risiede solo nell’oggetto in sé, ma anche nelle implicazioni storiche che essa comporta. Se la ruota, come appare evidente, è stata utilizzata ben prima di quanto si fosse creduto, ciò suggerisce che le comunità di quel periodo avevano un diverso approccio verso la tecnologia e l’innovazione. Cambia quindi radicalmente la nostra concezione delle capacità e delle attività quotidiane dei nostri antenati, che, pur in un contesto di vita incerto e primitivo, cercavano già soluzioni pratiche e efficienti. Questo ha portato a una rivalutazione delle pratiche quotidiane e delle competenze delle civiltà antiche, evidenziando come potrebbero aver gettato le basi per i successi successivi della tecnologia umana.
La scoperta delle antiche ruote e il loro uso nella tessitura non può altro che stimolare curiosità e riflessioni, portando a guardare sotto una nuova luce il nostro passato. L’evoluzione della tecnologia, dalle forme più semplici alle complessità moderne, dimostra che le radici delle nostre invenzioni spesso affondano in periodi e luoghi inaspettati. E ora, con una nuova comprensione del nostro passato, possiamo ripensare il modo in cui consideriamo i progressi tecnologici che ci hanno condotto nel presente.
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