Il 27 settembre 2023, la Cina ha compiuto un significativo passo avanti nel campo dell’esplorazione spaziale lanciando il satellite sperimentale Shijian-19. Questo evento epocale non solo ha segnato l’ingresso della Cina in una nuova era tecnologica, ma ha anche aperto le porte a future possibilità nella costruzione di moduli spaziali innovativi e nel test delle tecnologie di rientro nello spazio. Con un’importante comunicazione da parte della China Academy of Space Technology il 21 novembre, il mondo ha potuto conoscere i dettagli di questo avvincente progetto.
Il satellite Shijian-19 è stato un esperimento straordinario, lanciato mediante il razzo Lunga Marcia 2D. Con un peso di circa 3500 kg, ha rappresentato la prima prova in orbita di un modulo pressurizzato espandibile mai sviluppato dalla Cina. Anche se inizialmente progettato per missioni di sole due settimane, le future versioni del satellite saranno dotate di pannelli solari, permettendo di estendere significativamente la durata degli esperimenti.
Il modulo espandibile del Shijian-19 è stato creato con materiali compositi flessibili e ha la caratteristica unica di poter essere trasportato in orbita compresso, per poi essere gonfiato una volta raggiunta la giusta orbita. CAST ha sottolineato che questa tecnologia offre vantaggi notevoli, come la leggerezza e l’efficienza, ottimizzando il rapporto massa/volume durante il lancio. Questa innovazione potrebbe rappresentare una svolta in futuro per la costruzione di moduli spaziali che potrebbero operare in orbita.
Risultati e test tecnologici
Durante la sua operatività, il satellite Shijian-19 ha fornito risultati incoraggianti riguardo alla robustezza del modulo espandibile. I test ci hanno mostrato che il modulo è riuscito a resistere alle rigide condizioni che si presentano durante il lancio e nello spazio. Tra le prestazioni validate ci sono la tenuta all’aria, la resistenza agli impatti causati dai detriti spaziali e la capacità di mantenere una pressione interna stabile. Questi risultati sono molto importanti e hanno colmato un vuoto tecnologico nel panorama dei moduli gonfiabili sigillati in Cina.
Oltre alla sperimentazione del modulo espandibile, Shijian-19 ha avuto il compito di trasportare vari esperimenti scientifici. Tra questi, si trovano le colture agricole progettate per indagare la mutagenesi tramite irraggiamento, insieme a campioni microbici e diversi test tecnologici. Sono iniziative capaci di fornire preziose informazioni per l’avanzamento delle conoscenze scientifiche e potrebbero aprire nuovi scenari per future attività di esplorazione nello spazio.
I futuri progetti spaziali della Cina
La Cina ha già dimostrato il suo interesse verso moduli espandibili e gonfiabili e, con il test di novembre, si è avuta la prima conferma pubblica dell’esistenza di hardware già sviluppato. Sulla scia di questo successo, la Cina intende espandere la Stazione Spaziale Tiangong, con l’aggiunta di almeno un nuovo modulo rigido, simile a quelli attualmente in orbita.
Il concetto del dimostratore impiegato dalla Cina è simile a quello del BEAM , che è stato installato sulla Stazione Spaziale Internazionale dal 2016. Sebbene il modulo cinese sia più ridotto e abbia una durata inferiore, rappresenta anche per le aziende come Lockheed Martin e Sierra Space un chiaro esempio delle potenzialità che queste tecnologie gonfiabili possono offrire per le future stazioni spaziali commerciali. L’orizzonte spaziale si fa sempre più promettente, e offerte da iniziative come queste ci portano lentamente verso una nuova era di esplorazione.
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