Nell’epoca della digitalizzazione, l’Intelligenza Artificiale continua a sollevare dibattiti e interrogativi riguardanti la sua applicazione e il suo impatto sulla società. Un recente incontro ha messo in luce opinioni rassicuranti sui vantaggi dell’IA, soprattutto nel settore della salute: un tema di crescente rilevanza che coinvolge tanto professionisti del settore quanto la popolazione generale. La “Carta di Trieste per l’Intelligenza artificiale” è stata al centro di questa discussione, focalizzandosi sull’intersezione tra etica e sanità.
L’Intelligenza Artificiale si sta rivelando sempre più utile nel campo della medicina. L’applicazione di algoritmi avanzati permette di velocizzare e migliorare i processi diagnostici e terapeutici. Durante l’incontro in Camera di commercio Venezia Giulia, diverse voci hanno sottolineato come l’IA non deve essere vista solo in termini di calcolo freddo, ma come un strumento a servizio dell’umanità. Laura Travan, pediatra all’ospedale Burlo-Garofolo di Trieste, è stata chiara: “la medicina è fatta di relazioni, non solo di numeri.” Questo concetto evidenzia l’importanza dell’interazione umana nella cura dei pazienti, richiamando l’attenzione sull’aspetto relazionale che è spesso trascurato nel dibattito tecnologico. Inoltre, ha rassicurato sull’attenzione che viene dedicata alla privacy e alla sicurezza dei dati, un tema particolarmente delicato in un’era in cui le informazioni personali sono sempre più vulnerabili.
L’algoritmo come dispositivo medico
Un punto cruciale emerso dal dibattito è stato il ruolo dell’algoritmo nella salute. Diego Bravar, presidente di Biovalley Investment Partner, ha affermato che l’IA deve essere considerata un dispositivo medico come qualsiasi altro, stimolando un approccio più sereno circa i cambiamenti che essa apporta. “Non dobbiamo temere il calcolo,” ha affermato, evidenziando come l’uso dell’IA possa portare a risultati tangibili e positivi nel settore sanitario. Eppure, ci sono preoccupazioni legate all’uso indiscriminato dell’IA. Il teologo don Ettore Malnati ha richiamato l’attenzione sulla necessità di “non perdere l’umanizzazione” del trattamento medico. Crede che l’algoritmo debba sempre rimanere sotto la supervisione umana, per garantire che le decisioni vengano sempre prese tenendo conto della dignità e dei bisogni del paziente.
Etica e tecnologia: un dilemma moderno
Uno degli aspetti più interessanti discussi durante l’incontro è la tensione e l’equilibrio che devono esistere tra etica e tecnologia. Infatti, mentre l’IA offre opportunità straordinarie, esistono anche rischi connessi a un’implementazione non ponderata. Le norme in Italia, come sottolineato durante l’incontro, sono tra le più severe e cercano di garantire un uso responsabile e rispettoso dell’Intelligenza Artificiale. Allo stesso tempo, l’aumento della potenza computazionale e dell’automazione porta a interrogativi su come i professionisti della salute possano e debbano utilizzare questo strumento. È fondamentale, sostiene Malnati, che il progresso tecnologico non comporti un allontanamento dai valori fondanti della società, come la solidarietà e la connessione umana. L’attenzione quindi deve rimanere alta: l’IA deve servire a migliorare la vita delle persone e non a sostituire i legami sociali.
Il dibattito sull’Intelligenza Artificiale e il suo uso è quindi solo all’inizio, ed eventi come quello tenutosi a Trieste dimostrano quanto sia utile affrontare questi temi in modo aperto e collaborativo. L’incontro ha rappresentato un’importante opportunità per esplorare come la tecnologia possa intrecciarsi con valori umani, aprendo la strada a un futuro in cui innovazione e umanità possano coesistere per il bene comune.