Il turismo delle origini, un fenomeno in costante crescita, si presenta come una sorta di viaggio nel tempo che lega le persone ai loro luoghi d’origine, alle tradizioni e alle storie che ne costituiscono l’identità. Questo legame vuol dire molto di più di un semplice viaggio; rappresenta un delicato equilibrio tra la scoperta delle proprie radici e la valorizzazione del patrimonio culturale e artistico. Durante la terza edizione della Borsa internazionale del turismo delle origini, tenutasi a Matera, è emerso con chiarezza quanto questo fenomeno stia diventando una locomotiva per l’economia locale e non solo.
A fare luce sul robusto movimento di questo tipo di turismo è Italea, un programma di promozione del settore che ha rivelato che oltre 80 milioni di persone nel mondo partecipano a esperienze legate alle origini. Spaventoso, non credete? Questo segmento di mercato non si limita a generare solo esperienze, ma ha anche un potenziale impatto economico incredibile che si attesta attorno agli otto miliardi di euro. Non si tratta solo di numeri; è un’opportunità tangibile di crescita che può tradursi, stando a quanto riportato, in 90mila posti di lavoro creati.
Matera, con il suo fascino intramontabile, rappresenta il cuore pulsante di questa ondata turistica. Nel 2019, anno in cui è stata designata Capitale europea della cultura, la città ha visto un aumento del 60% degli arrivi dall’estero. Dati sorprendentemente positivi arrivano da oltre oceano: il mercato statunitense ha visto un incremento del 58%, il Canada del 63%, mentre interessanti aumenti sono segnalati anche da Australia, Argentina e Brasile. La Borsa internazionale del turismo delle origini non è solo una manifestazione, ma una piattaforma strategica per attrarre l’interesse a livello mondiale e far conoscere le bellezze della Basilicata, una regione che si sta affermando come un attrattore principale nel comparto turistico.
L’evento Roots in ha inoltre messo in risalto l’importanza del Made in Italy nel contesto turistico delle radici. È stata un’occasione per discutere delle potenzialità che l’emigrazione può portare nel rafforzare i legami tra le comunità italiane nel mondo. Il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha sottolineato che il turismo delle radici, insieme al Made in Italy, offre una narrazione che è sia una celebrazione delle tradizioni che un’innovazione continua.
In questo scenario si è quindi evidenziato come l’autenticità dei prodotti e la storia che rappresentano possano attrarre turisti desiderosi di vivere un’esperienza autentica e profonda. Le narrazioni delle famiglie italiane all’estero, che tornano alla ricerca delle loro origini, possono portare a una rinascita economica e culturale per la Basilicata stessa. L’idea è quella di trasformare i viaggi in un viaggio nelle proprie origini, dove il cibo, l’artigianato e le tradizioni diventano le chiavi per una connessione più profonda con il territorio.
La terza edizione di Roots in ha visto la partecipazione di ben 80 buyer e 155 seller: un numero significativo che evidenzia l’importanza dell’evento nel panorama turistico globale. La presenza di enti pubblici e privati consente il dialogo e lo scambio di idee, arricchendo ulteriormente di contenuti l’offerta turistica. Il forum dedicato al Made in Italy ha offerto una piattaforma per discutere delle opportunità e delle sfide future in un contesto in continua evoluzione.
Simona Tedesco, direttrice di Dove, ha preso parte attiva all’evento come relatrice. Ha sottolineato l’importanza di narrare storie locali, riconoscendo che la continua trasformazione delle richieste turistiche deve indurre una riflessione profonda su quali siano le nuove tendenze. Gli operatori del settore sono chiamati a rimanere sintonizzati sulle dinamiche ambientali e tecnologiche, in modo da costruire offerte che incontrino i desideri dei viaggiatori moderni.
Un progetto che ha catturato l’attenzione è il Moyseion a Matera, un nuovo concetto di accoglienza che va oltre la tradizionale struttura alberghiera. Questo museo delle sensazioni, inaugurato recentemente, è un viaggio attraverso le epoche storiche e si propone come un luogo immersivo per comprendere il patrimonio lucano. Composto da 16 abitazioni, ognuna immersa in una specifica era storica, offre esperienze sensoriali che vanno dalla vista all’udito, dal gusto al tatto.
Il proprietario, Antonio Panetta, ha elaborato un concetto che punta non solo a far riscoprire le antiche tradizioni, ma a contestualizzarle in un contesto moderno e stimolante. In questo spazio, l’esperienza della cucina, che rievoca antiche ricette, diventa un ulteriore elemento di immersione. La realizzazione di un legame tra storia e attualità rappresenta un modo per rendere il passato vivo e accessibile ai visitatori.
Perciò, ci si aspetta che questa ondata di turismo delle origini continui a crescere, offrendo ai viaggiatori opportunità uniche di riconnettersi alle loro storie, mentre le regioni coinvolte potranno far brillare il proprio patrimonio culturale.
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