Scoprire le meraviglie della Toscana è un’esperienza che affascina chiunque, e due località che brillano come gemme sono Fiesole e Pomarance. Questi luoghi non sono solo celebri per la loro bellezza paesaggistica ma anche per la loro forte identità etrusca e l’impegno verso la sostenibilità. In questo viaggio tra profumi e sapori, due donne raccontano la loro storia e il loro legame con la terra che le circonda. Scopriamo insieme chi sono queste protagoniste del Grand Tour delle donne in Toscana.
Fiesole, una rinomata località che sorge su una collina, offre una vista mozzafiato su Firenze ed è un vero e proprio balcone privilegiato sulla città. Qui, la storia si intreccia con la cultura, con origini che risalgono all’antico popolo etrusco. Allo stesso modo, Pomarance, piccolo borgo nella Val di Cecina, presenta un panorama che spazia dai vigneti agli oliveti, avvolgendo i visitatori in una natura incontaminata. Entrambi i luoghi non solo condividono un patrimonio culturale etrusco ma anche l’attenzione verso pratiche agricole responsabili e la salvaguardia dell’ambiente. In questo contesto si inseriscono Laura Maggi e Maria Probst, due donne che hanno scelto di dedicare la loro vita alla valorizzazione dei prodotti locali, offrendo esperienze uniche e rispettose dell’ecosistema.
La loro missione è di presentare ai viaggiatori un’accoglienza femminile che si distingue per la semplicità e la freschezza della cucina a km zero. Questo approccio non solo promuove la comunità locale, ma richiama anche l’attenzione su un turismo più lento e consapevole. Fiesole e Pomarance diventano quindi non solo location di bellezza ma anche centri di aggregazione per coloro che cercano un contatto autentico con la tradizione e la cultura italiana.
Laura Maggi: un’antropologa che celebra la gastronomia toscana
Laura Maggi è una figura centrale nel panorama enogastronomico di Fiesole. Laureata in eco-gastronomia a Londra, ha trascorso cinque anni all’estero prima di tornare nel suo luogo d’origine per gestire la storica pensione di famiglia, il Bencistà, che vanta una storia che si intreccia con quella delle nobili famiglie fiorentine. Qui, Laura ha voluto coniugare l’amore per la cultura alimentare con l’accoglienza, trasformando la sua struttura in un luogo dove la tradizione incontra l’innovazione.
“Ho sempre esplorato il legame profondo tra agricoltura e turismo. Tornata qui, ho voluto applicare tutto ciò che ho imparato“, racconta Laura. La sua pensione è divenuta così un’oasi dedicata all’ecosostenibilità, dove ogni piatto è preparato con ingredienti freschi e locali, e dove il rispetto per l’ambiente è al centro degli impegni quotidiani. Ma l’attenzione di Laura non si limita unicamente ai dettagli culinari, bensì si estende anche alla struttura stessa. La ristrutturazione avvenuta durante la pandemia rappresenta per lei un ulteriore passo verso un turismo nuovo, in equilibrio tra tradizione e necessità moderne.
Il ristorante offre quindi una proposta di alta qualità, con piatti rielaborati sulla semplicità degli ingredienti. Tra le specialità spicca la carota arrosto, un antipasto umile ma ricco di significato che evoca la terra e la memoria. “Voglio investire nel mio territorio”, afferma Laura, mentre avverte la difficoltà crescente nell’affrontare l’impatto del turismo di massa a Firenze. È proprio grazie a queste scelte lungimiranti che il Bencistà riesce a mantenere un’atmosfera di tranquillità e benessere, proponendo solo un numero limitato di tavoli per garantire un’accoglienza personalizzata e di qualità, dove ogni ospite può sentirsi speciale e al centro dell’attenzione.
Maria Probst: il viaggio da macellaia a chef vegana
Maria Probst ha una sua storia altrettanto affascinante. Cresciuta in Baviera, la sua esperienza in una macelleria l’ha portata a un incontro inaspettato con la cucina vegana. Dopo anni trascorsi nel settore della ristorazione di alta fascia, Maria ha scelto di puntare su una cucina semplice e genuina, dedicandosi alla preparazione ai piatti vegetariani e biologici nel bio-agriturismo Il Cerreto di Pomarance. Qui, circondata da un paesaggio incantevole e da una vasta area di coltivazioni biodinamiche, Maria inizia a scrivere un nuovo capitolo della sua vita.
Con un approccio innovativo, Maria Probst si propone di sfatare il mito dei piatti vegani come monotoni o poco accattivanti, offrendo piatti vistosi e gustosi che svelano il valore dei prodotti locali. La scelta di allontanarsi dai ristoranti stellati riflette il suo desiderio di semplificare la propria cucina e renderla accessibile a un pubblico più ampio, dimostrando che anche le preparazioni più semplici possono sorprendere e conquistare i palati. “Credo che ogni piatto che prepariamo debba raccontare una storia”, dice con passione, e questo è evidente in ogni sua creazione.
Il Cerreto non è solo un luogo dove mangiare. È un polmone verde dove si celebra la biodiversità, il rispetto per l’ambiente e il valore della dieta alimentare. La cucina di Maria, interamente vegetariana e realizzata con ingredienti a km zero, non solo educa i visitatori ma genera anche un legame profondo con la terra. Proprio come le viste mozzafiato su Volterra che incorniciano questo magico agriturismo e catturano l’immaginario di chi lo visita, anche i piatti di Maria mirano a lasciare un ricordo indelebile a chi ha la fortuna di assaporarli.
Il cammino intrapreso da Laura Maggi e Maria Probst rappresenta quindi un esempio tangibile di come la tradizione possa sposarsi con l’innovazione e una candidatura per un turismo sostenibile, dove il legame con la terra e la propria storia diventa il cuore pulsante di ogni piatto, ogni gesto e ogni accoglienza.